Il virus Sars-Cov-2 si replica in modo efficace nei furetti e nei gatti e male nei cani, nei suini, nelle galline e nelle anatre. E' risultato di uno studio fatto da ricercatori cinesi di vari istituti e pubblicato sulla rivista Science su animali che sono a stretto contatto con l'uomo per capire quale fosse stato il ponte tra il pipistrello e l'uomo e per supportare lo sviluppo urgente di farmaci e vaccini.
Il furetto si è mostrato il candidato migliore per la valutazione di farmaci antivirali o vaccini. Nella ricerca degli animali più idonei per testare le terapie contro il Covid-19, il primo ricercatore Jianzhong Shi e i suoi colleghi hanno valutato la reattività al virus di quelli da laboratorio e di animali da compagnia e domestici. Il loro studio si è concentrato su furetti (utilizzati spesso per testare i virus respiratori che attaccano gli esseri umani), cani, gatti, maiali, galline e anatre. Tutti gli esperimenti sono stati condotti in strutture di massimo livello di biosicurezza, seguendo i protocolli per il benessere degli animali.
I ricercatori hanno distribuito virus isolati agli animali per via intranasale o attraverso la trachea (per furetti), quindi hanno misurato l'entità della replicazione in vari siti dei tessuti. Gli autori hanno scoperto che Sars-Cov-2 si replica male in tutti tranne nei furetti e nei gatti. Nei furetti e nei gatti più anziani, si replica nel tratto respiratorio superiore, non nel polmone.
Negli studi sulla trasmissione per via aerea, hanno scoperto che il virus era scarsamente trasmissibile nei furetti, ma si trasmetteva meglio nei gatti, in particolare in quelli giovani. Il fatto che Sars-Cov-2 si replica efficacemente nel tratto respiratorio superiore dei furetti li rende un candidato per la valutazione di farmaci antivirali o per il vaccino.
La prossima settimana in Danimarca si completerà la gigantesca operazione di abbattimento di diciassette milioni di visoni, una manovra drammatica dal punto di vista economico, ambientale e sociale, resa necessaria dalla presenza del coronavirus negli allevamenti del Paese, il più grande produttore di pellicce in Europa. Il virus è entrato in oltre duecento aziende attraverso alcuni operatori infetti da Covid e ha ucciso madri e cucciolate di questa specie altamente sensibile al SARS-CoV-2. Il timore iniziale che il virus potesse in seguito “rimbalzare” indietro infettando l’uomo con un nuovo salto di specie, s’è presto concretizzato e ad oggi, secondo l’OMS, 214 persone sono state infettate da un coronavirus connesso agli allevamenti. E’ quindi la prima volta, se si esclude un sospetto analogo in Olanda in maggio, che si prova che la malattia che tiene in scacco il mondo può passare direttamente dagli animali all’uomo e non solo da uomo a uomo. La malattia sembra del tutto sovrapponibile a quella già nota, dal punto di vista clinico, ma desta allarme la ridotta capacità di produzione degli anticorpi della variante genetica osservata in questo virus.
A cura di Staff Di Meteowebcam.it
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